ISPRA: pubblicata l'edizione 2025 del rapporto sui rifiuti urbani

12/13/2025

L’ISPRA ha pubblicato in data 11 dicembre 2025 il nuovo Rapporto Rifiuti Urbani – Edizione 2025, disponibile sul proprio portale istituzionale. Il documento, frutto della collaborazione con le Agenzie regionali e provinciali per la protezione dell’ambiente, fornisce come ogni anno un quadro dettagliato della produzione, raccolta differenziata, gestione e smaltimento dei rifiuti urbani in Italia, con dati aggiornati al 2024.

L’obiettivo del rapporto è supportare le istituzioni, le imprese e i cittadini nella conoscenza e valutazione del sistema nazionale di gestione dei rifiuti, fornendo indicatori quantitativi e qualitativi fondamentali per l’attuazione delle politiche ambientali nazionali ed europee. Il documento rappresenta inoltre un importante strumento di monitoraggio rispetto ai target del pacchetto europeo sull’economia circolare, con particolare riferimento agli obiettivi di riciclaggio e riduzione del conferimento in discarica.

Il rapporto è articolato in sei capitoli, che affrontano: il quadro normativo e metodologico; i dati su produzione e raccolta differenziata a livello nazionale, regionale e comunale; le destinazioni del rifiuto urbano; gli impianti di gestione; i costi del servizio e il sistema di monitoraggio. Sono inoltre presenti numerose tabelle, infografiche e serie storiche che facilitano la lettura comparata dei dati.

Tra i temi trattati spiccano anche le performance regionali, i principali flussi di rifiuto (organico, carta, plastica, vetro, metalli, RAEE), l’andamento dei costi a carico dell’utenza e gli effetti delle politiche locali di prevenzione e tariffazione. Le elaborazioni ISPRA consentono inoltre di valutare l’avanzamento verso gli obiettivi europei al 2025 e al 2035, fornendo anche un confronto con altri Paesi membri.

Passando ai dati, nel 2024 la produzione naziale di rifiuti urbani è aumentata del 2,3% rispetto al 2023 (per un totale di poco più di 29,9 milioni di tonnellate. La raccolta differenziata si attesta al 67,7% (media nazionale), con le regioni del Sud che continuano a ridurre il divario con quelle del Nord (60,2% contro 74,2%).

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