Meno infortuni se il cantiere è hi-tech: accordo tra Inail, Cesf e Regione Umbria
Meno infortuni sul lavoro se il cantiere è "hi-tech". Un accordo
sottoscritto a dicembre da Inail, regione Umbria e Cesf (Centro
edile per la sicurezza e la formazione) introduce - in via
sperimentale - l'utilizzo della tecnologia e di innovativi sistemi
di controllo e gestione dei principali rischi lavorativi in alcuni
cantieri sul territorio umbro. L'intesa consente di applicare le
soluzioni tecnologiche individuate dal progetto "La sicurezza hi-tech nel cantiere
edile", promosso dall'Istituto e dagli altri soggetti partner
già nel 2011. Tra i cantieri in cui sono sperimentate le varie
tecnologie del progetto quello della Regione Umbria a Città di
Castello.
"Un progetto strategico per affrontare le cause più
frequenti di infortunio". "Per l'Inail il progetto
"Sicurezza hi-tech" costituisce un'importante iniziativa di ricerca
nell'ambito dei rischi in cantiere - commenta Alessandra Ligi,
direttore della sede Inail di Perugia - volta a sperimentare i più
innovativi dispositivi per la riduzione e prevenzione dei rischi
collegati alle cadute dall'alto, alla collisione uomo/macchina, al
seppellimento e alla permanenza dell'uomo a terra: ovvero, quelle
che sono le maggiori cause di infortunio nel settore edile". Il
progetto ha portato a interessanti risultati che, al termine
dell'esperienza, andranno a comporre un "Modello di sicurezza
tecnologica" adattabile alle differenti tipologie e dimensione di
cantiere. Questo modello verrà promosso tra i lavoratori e datori
di lavoro del territorio attraverso l'Ente bilaterale di
settore".
Cadute dall'alto: il gancio "intelligente" e il sistema
supervisore. Tra le soluzioni hi-tech individuate dal
progetto figura l'utilizzo di un gancio "intelligente" per gestire
le cadute dall'alto, la causa più frequente di infortunio mortale.
Su un gancio - di corrente uso tra i dispositivi di sicurezza -
sono state installate micro apparecchiature che assicurano il
monitoraggio dell'apertura, la registrazione del corretto aggancio,
la segnalazione all'operatore che ha la responsabilità di vigilare
e la trasmissione delle informazioni a un sistema
supervisore.
Un software per l'analisi digitale dell'area.
Inoltre, è stato realizzato un software per l'analisi digitale
della scena, che consente di riconoscere la posizione della
persona, le strutture fisse come ponteggi e parapetti e di
perimetrare la zona pericolosa da sorvegliare. Il sistema
supervisore è composto da un software e da un hardware (ricevitore
dei segnali radio) che ha il compito di elaborare i dati
provenienti dal gancio e dall'analisi della scena. Se rileva la
presenza di personale nella zona pericolosa che risulta non
agganciato ai punti o alle linee di sicurezza, ha il compito di
segnalare immediatamente la situazione di potenziale pericolo
attivando, a scelta, gli strumenti più adatti: lampeggiante,
sirena, sms ai responsabili della sorveglianza, etc. In più genera
un avviso all'operatore, in situazione di potenziale pericolo,
mediante il cicalino e i led installati sul gancio.
Trasponder attivi per l'interazione tra macchine e
personale. Esempio di una soluzione hi-tech adottata per
gestire, invece, l'interazione tra lavoratori e macchine operatrici
o automezzi, un'altra delle situazioni di pericolo vissute in
cantiere, è l'utilizzo di trasponder attivi. "Si tratta di
dispositivi alimentati da una batteria che trasmettono e ricevono
informazioni codificate via radio, ovvero segnali - spiega Ligi -
Nel caso della sperimentazione, quelli indossati dai lavoratori
trasmettono la posizione dei lavoratori, mentre quelli installati
sul veicolo, trasmettono quella della macchina operatrice. Il
software di controllo verifica che i due segnali siano a distanza
di sicurezza, altrimenti produce il segnale di allarme". Nei
cantieri in cui il lavoratore opera lontano dalla presenza di altro
personale e in caso di incidente o potenziale pericolo possa
trovarsi isolato, si stanno sperimentando apparati personali,
chiamati "man down", in grado di richiedere automaticamente
soccorso quando l'addetto assume una posizione del corpo
compatibile con un incidente, e di fornire la posizione della
persona per un suo rapido recupero.
Controllo dei dispositivi di protezione tramite pc, tablet
o palmare. Per verificare, invece, che l'ingresso nelle
aree di lavoro avvenga solo se si è dotati dei dispositivi di
protezione individuale (Dpi), in alcuni dei cantieri individuati
per la sperimentazione, si regolamenta l'accesso del personale
attraverso un varco (SafetyTutor) che è in grado di controllare al
passaggio, se il lavoratore indossa i dpi obbligatori per le sue
mansioni. La tecnologia utilizzata è quella dei trasponder passivi
applicati ad ogni dispositivo, che, sollecitati da un'onda in
radiofrequenza emessa da un apposito apparato, rivelano la loro
presenza. In questo caso, il controllo del sistema può essere
esercitato in rete mediante pc, tablet o palmare.
(Federica Dall'Aglio)
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