Agenti chimici pericolosi, cancerogeni e mutageni: valutazione del rischio
05/21/2012
Lo scorso 22 marzo, presso il Teatro Stabile di Potenza, è
stata presentata la nuova edizione delle "Linee Guida per la
Valutazione del Rischio da esposizione ad agenti chimici pericolosi
e ad agenti cancerogeni e mutageni" elaborate dal Centro
Interagenziale "Igiene e Sicurezza del Lavoro" di ISPRA
1, con la collaborazione dell'Università Politecnica
delle Marche, la Environment Agency (England), la Scottish
Environmental Protection Agency (SEPA), le Arpa Basilicata, Emilia
Romagna, Liguria, Piemonte, Campania, Marche e Sicilia.
Le principali ragioni che hanno portato alla
riprogettazione dell'antecedente "Linea guida", edita nel 2006,
possono essere così sintetizzate:
- il mutato quadro normativo nazionale di riferimento che dispone la valutazione del rischio chimico nelle attività delle Agenzie di Protezione ambientale 2;
- l'evoluzione delle conoscenze scientifiche e tecniche in materia;
- la necessità di elaborare un proprio modello tecnico-operativo per adempiere agli obblighi normativi cercando di sopperire alla lacuna normativa in merito alle metodologie da adottare.
Il Gruppo di lavoro ha progettato una duplice attività di
benchmarking, esterno ed interno. Prima, quindi, un confronto con
le diverse modalità operative di realtà analoghe italiane ed
europee, che si è concretizzato nell'organizzazione di un workstage
con i rappresentanti della Scottish Environmental Protection Agency
(SEPA), ad Edimburgo.
Poi un benchmarking fra le Agenzie che ha condotto il Gruppo
di lavoro a dare una coerenza interna di sistema alle attuali non
omogenee, e a volte frammentate, metodologie di valutazione del
rischio chimico.
Grazie a questo impegnativo lavoro preliminare, si sono potute
elaborare queste Linee guida condivise, che gli autori sperano
possano rafforzare e rilanciare, a livello nazionale, il ruolo
dell'intero Sistema Agenziale.
L'obiettivo dichiarato è stato quello dar vita ad un insieme
di buone pratiche e tecniche per affrontare casi concreti; ed
infatti, il modello proposto nelle Linee guida, è stato costruito a
partire dalle caratteristiche organizzative dei laboratori delle
agenzie ambientali.
Come dichiarato nelle Conclusioni, tre i
punti cardine intorno ai quali ruota il lavoro:
- identificare e rappresentare in modo pragmatico tutti gli elementi che contribuiscono a quantificare il rischio chimico nei laboratori di analisi;
- calcolare l'Indice di rischio;
- identificare e pianificare interventi nelle attività di laboratorio che riducano il rischio e migliorino le condizioni di sicurezza degli operatori esposti.
Le Linee guida presentano due modelli matematici per calcolare
l'Indice di rischio (livello di esposizione) attraverso due fogli
di calcolo excel: uno riferito agli agenti chimici
pericolosi e l'altro agli agenti cancerogeni
e mutageni. Come spiegato nella Premessa "i modelli
matematici proposti si basano sul confronto degli elementi che
determinano il rischio con tutti gli aspetti utilizzati per
contenerlo, rispondendo ai requisiti delle leggi vigenti in materia
e risultando alternativi ma anche complementari alle misure
ambientali e biologiche".
La completezza e l'ampiezza dello studio sono evidenti
scorrendo anche solo brevemente l'Indice del volume.
I primi sei capitoli si possono definire una premessa
necessaria a quelli che sono gli elementi centrali delle Linee
guida.
Si parte da un excursus storico sull'evoluzione del concetto
di rischio, per poi, coerentemente passare ad un succinto capitolo
sulle definizioni e sulla terminologia adoperati nella
pubblicazione. Molto dettagliato il quarto capitolo, "Sostanze e
preparati/miscele pericolose", che si sofferma sulle diverse
classificazioni degli agenti chimici, cancerogeni e mutageni,
sullefrasi di rischio e di prudenza, sulla classificazione,
l'etichettatura e l'imballaggio delle sostanze e delle miscele
pericolose, ecc.
Più contenuti i capitoli dedicati alla normativa e ai
dispositivi di protezione individuale (DPI).
Con il settimo capitolo, dedicato ai "Principi generali per
operare con agenti chimici pericolosi", si entra nel merito della
questione, per poi passare alla trattazione del rischio da
esposizione a sostanze pericolose e alla
valutazione del rischio da esposizione ad agenti
chimici pericolosi, cancerogeni e mutageni.
Come viene sottolineato nelle Conclusioni, un ruolo importante
è rivestito dalle caratteristiche strutturali dell'edificio dove è
sito il laboratorio chimico, che dovrebbe essere appositamente
progettato per questo uso. Basti pensare "agli impianti di
ventilazione, dei gas tecnici (bombole), dei gas di emissione in
atmosfera dalle cappe, ai servizi igienici e ai sistemi di
emergenza, agli stoccaggi dei campioni e delle sostanze chimiche,
agli impianti elettrici, alle installazioni speciali legate alle
variegate necessità strumentali."
L'auspicio dichiarato degli autori è che queste Linee guida
possano divenire il punto di riferimento non solo per i laboratori
del Sistema Agenziale, ma anche per i laboratori di ricerca
universitari, i laboratori didattici delle scuole, i laboratori
degli Istituti Zooprofilattici Sperimentali, delle Strutture
Sanitarie, laboratori di analisi privati, ecc.
1 Tavolo tecnico costituito da tutto il
Sistema Agenziale, rappresentato dai Responsabili dei Servizi di
Prevenzione e Protezione di ogni Agenzia Regionale.
2 D.Lgs. 81/08 Attuazione
dell'articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di
tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro.
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