Bonifica dei siti inquinati: quarto rapporto ISPRA
Il 24 dicembre 2025 l’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) ha reso disponibile online il Quarto Rapporto sui dati regionali relativi allo stato delle bonifiche dei siti contaminati in Italia, aggiornato con i dati forniti dalle Regioni e Province Autonome nel corso del 2024. Il documento, che costituisce un aggiornamento del precedente rapporto del 2021, è consultabile sul sito dell’ISPRA ed è scaricabile in formato integrale.
L’obiettivo del rapporto è quello di monitorare lo stato di avanzamento delle procedure di bonifica per i siti contaminati di competenza regionale e provinciale, offrendo una fotografia dettagliata sull’estensione, la tipologia e lo stato procedurale degli interventi di bonifica avviati o completati nel territorio nazionale. La pubblicazione risponde a quanto previsto dal decreto legislativo 152/2006, che assegna alle Regioni il compito di raccogliere e trasmettere annualmente all’ISPRA i dati aggiornati sui procedimenti.
Il documento è strutturato in cinque capitoli. I primi due descrivono il contesto normativo e metodologico del monitoraggio, mentre i successivi tre analizzano i dati trasmessi nel 2024 da 20 Regioni e 2 Province Autonome, con un’analisi di dettaglio suddivisa per tipologia di procedimento, stato di avanzamento e destinazione d’uso dei siti interessati.
Secondo quanto emerge dai grafici di sintesi e dalle tabelle (pagine 37–38), sono 38.556 i procedimenti complessivamente censiti nelle banche dati regionali e provinciali, con una prevalenza di interventi in fase di caratterizzazione e messa in sicurezza. Di questi, 16.365 risultano in corso e 22.191 chiusi (il 70% dei quali senza interventi di bonifica). L’ISPRA evidenzia alcune criticità legate alla disomogeneità dei dati trasmessi e alla difficoltà di confronto tra Regioni, dovute anche a differenti livelli di informatizzazione e aggiornamento dei sistemi gestionali.
Il rapporto sottolinea infine la necessità di rafforzare la raccolta e la standardizzazione delle informazioni e di promuovere un sistema nazionale condiviso di monitoraggio, capace di supportare politiche ambientali più efficaci e tempestive nella gestione delle aree contaminate.
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